Tecno - Archetipi e civiltà Saggio sulla filosofia antropologica del linguaggio universale


Prezzo € 10,40
Giannone Editore
- Libro - Pagine 203

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Questo saggio indaga l'uomo tutto, scavando tra i più oscuri e millenari segreti della sua evoluzione, muovendosi tra i più esulcerati interrogativi che caratterizzano la storia, nel tentativo di trovare qualche pur pallida risposta.
Si tratta per il lettore di un vero e proprio tuffo nello sconfinato ed affascinante oceano degli archetipi fondamentali del pensiero creativo, dove domina l’idea antica della sintesi fra logos e tecne, che poi il pensiero magico ha raffigurato nei famosi simboli dei tarocchi o arcani.
Attraverso questa indagine appassionata, l’Autore mette in evidenza stranezze e contraddizioni tali da porre in discussione tutto il tradizionale modo di concepire e di affrontare il problema dell’uomo, suggerendo altre vie interpretative per la fondazione di una nuova antropologia. Ma anche qui le sorprese non sono finite...

Ecco il grande "mistero"! Pensiamoci bene: che cosa, in pratica, differenzia l’uomo dagli altri esseri viventi? Forse l’intelligenza? Niente affatto! In diversa misura ed in un certo senso, tutti gli esseri viventi sono dotati di "intelligenza".
Inoltre, gli stessi psicologi sono discordi ed assai imbarazzati nel fornire una definizione esatta di "intelligenza". Le parole, infatti, spezzettano la realtà e pongono al pensabile dei confini artificiali, dove, in effetti, di veri e propri confini non ve ne sono.
E allora, per quanto ci è dato sapere, dove sta la fondamentale differenza qualitativa e non quantitativa esistente tra uomo ed animale?
A colpo d’occhio, non è difficile dirlo: l’uomo parla e scrive ed inoltre possiede le facoltà di concepire, progettare, costruire e adoperare utensili.
Questa risposta, apparentemente banale e scontata, rappresenta invece la cosiddetta "chiave di volta" per farci comprendere le più nascoste origini della storia umana, poiché linguaggio verbale e tecnologia, aspetti dalla radice comune e fusi in un unico destino, hanno permesso all’uomo di realizzare un mondo artificiale parallelo al mondo naturale.
Ciò ha fatto dell’uomo stesso un essere creativo, capace di pensare e di vivere l’esistenza nella dimensione del divino, ove si origina la sua spiritualità ed il suo aggancio col metafisico. Dunque, questa particolare "intelligenza", che è il marchio di una spontanea evoluzione verso il "cielo", non è altro che l’espressione del linguaggio archetipico dell’Universo tutto. Tuttavia, qualcosa non ha funzionato, poiché il mondo artificiale creato dall’uomo non appare positivamente armonico, bensì negativamente alternativo rispetto al mondo naturale.
Dal crollo della "Torre di Babele", simbolo della struttura tecno-verbale dell’intelligenza umana proiettata verso il "cielo", l’umanità vive un turbine di malesseri interiori ed esteriori, fino alle espressioni della più angosciante atrocità. Da qui lo spettro tremendo dell’autodistruzione; da qui l’avverarsi di un’oscura profezia: il crollo non mitico, ma reale della Torre di Babele.

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